Dolceacqua è un tipico borgo medievale della val Nervia. La parte più antica del borgo, posta ai piedi del monte Rebuffao, è dominata dal castello dei Doria e viene chiamata dagli abitanti Terra; quella più moderna, chiamata il Borgo, si allunga sulla riva opposta, ai lati della strada che sale la valle.
Le prime testimonianze dell’insediamento di Dolceacqua risalgono all’Età del ferro, infatti sono state trovate rozze fortificazioni in pietra a secco rinvenuti sulle cime d’Aurin e Tramontina – nella zona ad ovest del territorio circostante a Dolceacqua – ed altri cimeli del periodo.
Fin dall’epoca carolingia ad opera dei Monaci Benedettini (i fondatori del monastero di Santa Maria della Mota, i cui resti sono ancora visibili) si è diffusa la coltivazione dell’ulivo, fin dai primi tempi si utilizzò l’oliva taggiasca ma la cultura “intensiva” iniziò solo in un secondo momento. Grazie alla coltivazione dell’oliva si svilupparono molto i frantoi che furono costruiti lungo le acque dei torrenti dove potessero essere impiantati mulini ad acqua; essi migliorarono, anche, la tecnica della viticoltura diffondendo il famoso Rossese e delle altre pratiche agricole.
Furono però i Conti di Ventimiglia nel XII secolo a costruire il primo nucleo del locale castello, sulla sommità della rupe che dal versante sinistro del torrente che ne controlla strategicamente tuttora la biforcazione della valle stessa e le strade che vi convergono.
La storia di Dolceacqua continua tra vari passaggi di regnanti di casate diverse (anche francesi) fino al 1861 quando con il Regno d’Italia la municipalità di Dolceacqua fu sottoposta al circondario di Sanremo.
Appena giunti in paese è impossibile non notare la bellezza del vecchio borgo, del castello e del vecchio ponte romanico che tra l’altro furono tutti soggetti di diversi quadri dell’illustre artista francese Claude Monet. Una visita di tutti questi 3 luoghi è obbligatoria per chi viene a Dolceacqua. La bellezza del vecchio borgo è unica, talvolta viene anche decorato dagli abitanti (a seconda dei periodi dell’anno e delle feste del paese), l’intricarsi delle vie rende il percorso quasi un piccolo labirinto pieno di piccole botteghe di artigiani, artisti e produttori del famoso Rossese di Dolceacqua. Una volta arrivati sulla cima troviamo il castello (merita una sosta per una visita soprattutto per il panorama); scendendo dall’altro lato si trova Palazzo Doria Garoscio che ospita la biblioteca e la pinacoteca comunale. Alla fine del percorso si torna alle basi del centro storico raggiungendo la chiesa di Sant’Antonio Abate che custodisce il dipinto di Santa Devota.
Dall’altro lato del fiume Nervia troviamo il Borgo nuovo, ricco di ristoranti e piccoli negozi.
Un piccolo suggerimento è quello di cercare una buona bottega per acquistare ed assaporare le buonissime “Michette di Dolceacqua” un piccolo dolce tipico del paesino.